Nanni Barbaro ad Ivrea (TO) con il libro: “Hopper si fermò ad Archi”

Nanni Barbaro presenterà il libro: “Hopper si fermò ad Archi” (Città del Sole Edizioni) e nel contesto omaggio a Fabrizio De Andrè, domenica 8 settembre 2024 alle ore 21:00 – Ingresso gratuito

In occasione della Giornata Internazionale della Lettura, la Edizione Pedrini presenta la quarta edizione del Festival Book San Gaudenzio, con il patrocinio della Città di Ivrea, di Torino Città Metropolitana, di AEG Cooperativa e dell’Associazione Croass del Borghet.

Il festival, che si svolgerà dal 6 all’8 settembre ad Ivrea all’interno della chiesa di San Gaudenzio (via San Gaudenzio), si presenta con una serie di appuntamenti che portano nella Città di Ivrea alcuni dei nomi più interessanti e affermati di autori italiani tra cui: Gianni Oliva, Pier Franco Quaglieni, Andreja Restek, Patrizia Durante, Maria Luisa Alberico, Marina Rota e Nanni Barbaro che giungerà direttamente da Archi, Reggio Calabria.

Ecco chi è Nanni Barbaro. “Nanni Barbaro è un cristone, la prima volta che lo incontro zoppica, si appoggia su un bastone per camminare e avvicinandosi mi dice che gli è caduta una bara sul piede mentre preparava l’interramento. Lo dice con un sorriso ironico spiegandomi che quel tipo d’incidente fa parte degli inconvenienti del suo mestiere, perché lui fa il custode al cimitero di Archi. Mi fa ridere pensarlo mentre scrive i suoi racconti, tra un morto e l’altro. Mi mette di buon umore l’idea che, mentre scrive, il panorama davanti a sé sono le tombe di quel piccolo cimitero di paese.” (Dalla Prefazione di Mimmo Calopresti).

“E due. Chi si è lasciato tentare dal divertimento del primo “Sulle sponde dello Stretto mi sono seduto e ho riso” sa come stringere a due mani questo delizioso secondo libretto, seguire la propria bramosia di lettore dentro le sue pagine incalzanti e farsi trasportare dalla medesima libido narrativa. L’effetto, come in ogni impresa letteraria che si rispetti, piccola o grande che sia, è di farti entrare in un mondo… …un mondo raccontato con la leggerezza, solo apparente intendiamoci, del linguaggio comico, oppure intessuto dai fili della rievocazione che seleziona secondo le sue misteriose attitudini e che, sovente, si accompagna alla tenerezza con cui si guarda alle cose che non ci sono più.” (Dalla Postfazione di Giuseppe Mate).